IL PRIMO COLLOQUIO CLINICO IN CHIAVE STRATEGICO-INTEGRATA: SOMIGLIANZE E DIFFERENZE CON IL MODELLO STRATEGICO
di Iole Tidu
PREMESSA
Sin dal primo colloquio, il terapeuta strategico
pone le basi per una pianificazione puntuale del
percorso terapeutico e per la costruzione di ipotesi
sul processo di cambiamento. Questa prima fase
viene definita come una “gestalt chiusa”, proprio perché
ha come intento quello di individuare, sin dall’inizio, gli
obiettivi principali che rappresentano la base del percorso
terapeutico.
Il colloquio strategico condivide il principio della reciprocità
secondo cui il paziente uscendo dal colloquio,
deve avere ricevuto almeno quanto ha dato (Semi
1985).
Di fondamentale importanza è il primo contatto con il
paziente, che in genere avviene attraverso una telefonata,
nella quale il terapeuta può avere già delle
indicazioni importanti relative alla motivazione che ha
spinto il paziente a richiedere un colloquio e su come
impostare la relazione terapeutica.
Si può distinguere il primo colloquio in 5 momenti fondamentali
(Semi 1985):
- Accoglienza: il terapeuta accoglie il paziente definendo
i ruoli e stabilendo un rapporto di fiducia, attraverso
un ascolto empatico e definendo l’aspetto relativo
al segreto professionale su tutto ciò che la persona
esprime durante la terapia e sugli appunti che il terapeuta
stesso prende a riguardo.
- Fase libera: il terapeuta resta in ascolto empatico e
lascia parlare apertamente il paziente, costruendo e verificando
le proprie ipotesi attraverso le sue narrazioni,
inserendosi con domande per lo più aperte, che evitano
di condizionare le risposte del soggetto e ne preservano
la massima libertà di espressione.
Uno dei primi obiettivi per il terapeuta è quello di comprendere
cosa abbia spinto il paziente a richiedere un
intervento e come mai proprio in questo momento delcome mai proprio in questo momento della
sua vita. E’ necessario indagare sull’invio, se abbia già
avuto esperienze terapeutiche e quali siano le proprie
aspettative a riguardo.
Per una corretta diagnosi strutturale e complessa, le domande
del terapeuta si focalizzeranno principalmente
sull’anamnesi del disturbo, indagando su come si manifesti,
quale sia la sua intensità, quali risposte il paziente
attui in presenza del sintomo, quale sia il livello di compromissione
delle sue attività e il contesto nel quale il
problema si inserisce.
Per pianificare il trattamento è necessario comprendere
quanto il paziente sia in grado di rispondere alle
domande del terapeuta e quale sia la sua capacità di
esprimere le proprie opinioni ed emozioni sia attraverso
il canale verbale che quello non verbale.
Nella terapia strategica integrata è fondamentale indagare
quali soluzioni fino a quel momento il paziente
abbia messo in atto per fronteggiare il problema; il terapeuta
utilizza queste informazioni per definire l’obiettivo
e le strategie d‘azione più efficaci per portare il paziente
verso una ristrutturazione.
Nell’analizzare le tentate soluzioni il paziente si pone
davanti al proprio e all’altrui gioco relazionale e ciò lo
spinge a esporsi e a esperire situazioni differenti rispetto
a quella attuale “patologica”.
Le domande del terapeuta inoltre mireranno ad indagare
sui vantaggi che il paziente trae dalla manifestazione
del sintomo, vantaggi che alimentano in modo
consapevole o meno il problema rinforzandolo.
- Riformulazione: E’ il momento in cui il terapeuta
attua una ristrutturazione della narrazione, rimandando
al paziente nuovi elementi e significati, derivati dalle
proprie ipotesi
- Feedback: Il problema portato dal paziente viene
ridefinito e concordato il punto di partenza dal quale
iniziare il percorso terapeutico.
Lavorare sul sintomo è un primo “step” che rafforza i li-velli di alleanza terapeutica e di fiducia che il paziente
ha di sé.
- Esplicitazione del contratto: una volta stabiliti
con il paziente gli obiettivi della terapia, si esplicita la
frequenza settimanale degli incontri, la durata e l’onorario
percepito dal terapeuta.
Inoltre è utile che il terapeuta spieghi al paziente il modello
teorico di riferimento e l’utilizzo delle prescrizioni
durante il percorso terapeutico.
I punti fino ad ora trattati mettono in risalto importanti
analogie tra la psicoterapia strategica breve e la psicoterapia
strategica integrata: entrambi fanno propri i
contributi della scuola di Palo Alto, dell’esperienza di
Milton Erikson e considerano l’azione come principale
vettore di cambiamento, perciò è il caso di specificare
gli aspetti per i quali si differenziano.
La strategica breve si pone l’obiettivo in poche sedute
di rimuovere il sintomo portato dal paziente; ha lo
scopo di attuare una ristrutturazione sui modi di percepire
la realtà dell’altro e sulle sue conseguenti reazioni
attraverso un protocollo d’azione stabilito a priori che
si differenzia a seconda della patologia presentata. Il
sintomo diventa la persona e la remissione del sintomo
coincide con la guarigione del paziente.
Come si è descritto, la terapia strategica integrata non è
interessata solo alla rimozione del sintomo ma all’intero
sistema nel quale esso si inserisce.
Interviene nel “qui” e “ora” ma valorizza anche il passato
in quanto il sintomo rappresenta un’antica soluzione di
un problema e il passato diventa importante per ricostruire
la struttura narrativa del paziente.
Nella strategica breve i livelli di direttività e dipendenza
dal terapeuta sono totali, mentre nella strategica integrata
il trattamento diventa la costruzione dell’interazione
tra il paziente e il terapeuta. Come si è già spiegato,
il terapeuta ha il potere, ma il paziente è portatore
del sintomo e dei contenuti senza i quali il terapeuta
non potrebbe lavorare.
Il terapeuta strategico integrato pianifica gli interventi
non secondo rigidi protocolli ma personalizzandoli in
base alla caratteristiche di ciascun individuo e concordando
col paziente stesso gli obiettivi generali e specifici
su cui lavorare.
Si può affermare infine che in terapia strategica integrata
il paziente assuma un importanza fondamentale in
quanto qualsiasi strategia di intervento venga usata si
basa sui contenuti, esperienze ed emozioni da lui presentate.
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